breve storia sulla cannabis
La medicina moderna tende, molto spesso, a sottovalutare e tralasciare le passate pratiche mediche/medicinali definite primitive e popolari.
Questa visione è molto limitativa, in quanto, le passate pratiche mediche/medicinali hanno un alto valore potenziale che si pone di scoprire e riscoprire migliori e alternative terapie per l’uomo.
Sicuramente l’attenta interpretazione degli antichi utilizzi medicinali delle erbe è un contributo importante per il futuro miglioramento della medicina.
Per quel che concerne C. Sativa si trovano in letteratura numerosi articoli storici per utilizzi terapeutici.
E’ appurato che la cannabis fu utilizzata dalle più grandi civiltà quali: Assiri, Egizi, Indiani, Greci, Romani ecc.
In Asia, ad esempio, è stata utilizzata per curare un ampia varietà di patologie. La medicina tradizionale cinese a base di erbe, la medicina Ayurvedica indiana e quella tibetana la utilizzavano già nel 2700 a.c.
Gli Assiri per esempio utilizzavano la cannabis sia come una droga psicoattiva e psico-alterante sia come un medicinale.
La C. Sativa si è diffusa nel Medio oriente e in Africa migliaia di anni fa’; infatti la parola “ Hashish “ è di origine araba.
In seguito al trasferimento forzato degli schiavi africani nelle Americhe nel corso del XVI e XVII secolo gli impieghi medicinali della canapa furono i più svariati, da quelli medicinali a quelli ricreativi.
La cannabis era utilizzata a fini medicinali nell’antica Grecia e nell’antica Roma, come menzionato in Herbal of Dioscorides.
Lo psichiatra francese Jacques-Josep Moreau, soprannominato “Moreau de Tours”, osservò l’effetto dell’hashish durante i suoi viaggi in Nord Africa nel decennio del 1830 teorizzando che inducesse psicosi e potesse essere utile nella cura di patologie mentali. L’attività di Moreau ha stimolato la prosperazione del “Club dell’Hashish” di Parigi nel decennio del 1850.O’Shaughnessy, medico irlandese che lavorava per la Corona Britannica a Calcutta negli anni 1830, raccomandava la cannabis per dolori, sedazione, infiammazione, vomito, convulsioni, e spasticità, richiamando in maniera sorprendente tante delle situazioni attualmente trattate con la marijuana.
Come risultato dell’entusiasmo di O’Shaughnessy, estratti di cannabis furono adottati dalla Farmacopea Americana e dall’equivalente britannico. La Farmacopea Americana ha elencato la cannabis dal 1850 al 1942, disponibile per situazioni comprendenti dolori da lavoro, nausea e reumatismi (una premonizione del moderno uso come alleviante di dolori e spasticità). Preparati a base di cannabis erano elencati nel Codice Farmaceutico Britannico del 1949. Era possibile ordinare tinture di cannabis dal catalogo Sears Roebuck del 1900. L’utilizzo di preparati di Cannabis in Occidente era ampiamente diffuso tra la metà del 19° secolo e la Seconda Guerra Mondiale, principalmente come sostituto di oppiacei e antispasmodici, analgesici, ipnotici (narcolettici) e agenti sedativi. La cannabis è stata usata per trattare un’ampia varietà di malanni, inclusi insonnia, emicrania, anoressia, disfunzioni sessuali, pertosse e asma. Tinture dispensate oralmente, soprattutto alcoliche, erano molto popolari, con centinaia di marche in circolazione.
A seguito della Seconda Guerra Mondiale, l’impiego medicinale è andato declinando a causa di numerosi sviluppi: limitazioni nella qualità della cannabis disponibile (potenza variabile, scarsa conservazione ecc.); l’introduzione di nuovi medicinali, includendo vaccini ed analgesici alternativi; lo sviluppo di siringhe ipodermiche che permettevano l’impiego iniettabile della morfina; l’utilizzo di analgesici e sedativi sintetici e non da ultimo la progressiva criminalizzazione della cannabis. Dopo la Seconda Guerra Mondiale e fino alla fine del ventesimo secolo, il lecito utilizzo medicinale è stato molto limitato, e le piante ed i loro preparati medicinali sono caduti in disuso.
N.B. La presente non intende sostituirsi al medico ma si limita a riportare quanto descritto dai ricercatori in letteratura meramente a titolo informativo.