origini e similitudini con il luppolo
Il ceppo delle Cannabinaceae (C. sativa e H. lupulus) compare sulla terra circa 34 milioni di anni fa, mentre si stima che la divergenza del gene Cannabis dal suo gene fratello Humulus sia avvenuta approssimativamente 21 milioni di anni fa. Dal momento che l’esistenza umana è relativamente recente, appare ovvio che C. sativa sia molto più antica, e che chiaramente l’evoluzione della pianta sia avvenuta in assenza dell’effetto selettivo dell’uomo.
Entrambe le specie sopracitate hanno numerose qualità che le rendono utili all’uomo per diversi scopi:
• Sia C. sativa che H. lupulus hanno un considerevole numero di piccole ghiandole secretorie che producono resina.
• Gli steli di entrambe presentano un importante contenuto di fibre, utilizzate nella produzione di carta e spago ecc.
• Si ritiene che la marijuana ad alto contenuto di myrcene sia eccezionalmente sedativa. Esiste invece una radicata tradizione nell’utilizzo di luppolo come sedativo nella storia, infatti utilizzato come cura per “desiderio sessuale incontrollato ed una natura aggressiva”. Attualmente, in Germania i luppoli fanno parte dei preparati contro l’insonnia.
• Entrambe le piante sono composte da sostanze ricche di composti antibiotici. Numerosi costituenti del luppolo mostrano notevole efficacia contro batteri gram-positivi, il che potrebbe spiegare come mai essenze di luppolo in passato furono comunemente usate per il trattamento di pazienti affetti da tubercolosi.
• Sono riscontrabili in entrambe composti con considerevoli effetti antiossidanti. Nel caso della canapa, molti dei cannabinoidi hanno proprietà antiossidanti. Nel caso del luppolo i composti antiossidanti sono rappresentati da flavonoidi prenilati.
INTRODUZIONE AI CANNABINOIDI
Nel contesto della trattazione sulla cannabis, si è sviluppata la tradizione di impiegare il termine “psicoattivo” per far riferimento esclusivamente alla “euforia” (lo stato di “sballo”) indotto dalla marijuana, ignorando gli altri stati psicologici altrettanto significativi come la sedazione, ma anche l’ansia (sia quando viene ridotta che incrementata).
Il cannabinoide cannabidiolo (CBD) è quasi universalmente citato come “non psicoattivo”, anche se in realtà ciò è falso. Infatti, sebbene il CBD non induca lo stato di “sballo” della marijuana, a seconda del dosaggio e del contesto, agirà comunque sullo status psicologico. Come riportato in letteratura il CBD ha infatti effetti ansiolitici, antipsicotici ed anche antidepressivi, quindi deve necessariamente essere considerato psicoattivo.
N.B. La presente non intende sostituirsi al medico ma si limita a riportare quanto descritto dai ricercatori in letteratura meramente a titolo informativo.